Credo possa essere interessante riportare il post introduttivo che feci in un topic del forum neopagano “Sacerdotesse di Avalon” nel lontano 2016.
Ho rimesso mano al testo alla ricerca di eventuali correzioni ed aggiustamenti, il testo originale lo trovate al link sopra, ma non è stato mutato nella sostanza.
Spero possa essere ancora un argomento di interesse.
<Ho deciso di fare questo post perché -fatalità- nei giorni scorsi sono stato violentemente colpito da due discussioni sull’argomento, su un argomento che davo per scontato, invece pare proprio che di fondo ci sia un po’ di superficialità sull’indagine storica della questione. Continua la lettura di La “sottomissione” della donna nella Religione Romana→
Atti della conferenza “Da Plebei a Patrizi, vite dei Deci” tenuta il 29/07/18 in occasione della rievocazione Sentinum: Battaglia delle Nazioni.
Lo scopo di questo testo vuole essere quello di addentrarsi nel conflitto tra Patrizi e Plebei, cercando di narrate in parallelo due storie: una è quella canonica di come si è evoluto lo Stato Romano a partire dalla cacciata dei Tarquini fino alla fine del conflitto tra Patrizi e Plebei; l’altra, il sorgere di una gens Plebea le sue lotte, il suo culmine, fino alla sua sparizione. Continua la lettura di Il conflitto tra gli ordini e la gens Decia→
<Bruto, mentre essi erano in preda al cordoglio, brandendo innanzi a sé il coltello grondante di sangue che aveva estratto dalla ferita di Lucrezia, esclamò
<Non mi sfugge, soldati, che i Galli eccellono in fama bellica su tutti i popoli che abitano l’Asia(1). Una nazione feroce, che ha vagato in guerra per quasi tutto il mondo, ha fissato la sua dimora tra una delle stirpi di uomini mitissima. Continua la lettura di Discorso di Gneo Manlio Vulsone→
Era il 15 Marzo (le Idi) di 2060 anni fa, quando la Curia fu bagnata dal sangue di uno degli uomini che fecero la Storia non solo di Roma ma dell’Occidente.
Ancora dopo tutto questo tempo c’interroghiamo su chi furono gli assassini e chi i salvatori della Patria.
Diversamente dai connotati molto festaioli assunti da questa giornata, la Festa della donna nasce come un momento di commemorazione in onore del gentil sesso.
Poiché Ad Maiora Vertite si occupa più in generale di Storia (anche se in particolare di Religione Romana), ci è sembrata una buona idea scrivere due righe a proposito e ricordare la donna martire pagana per eccellenza del mondo antico: Ipazia.
Perciò la prima parte dell’articolo è una sorta di conto alla rovescia con la storia di questa festività, la seconda invece narra della storia d’Ipazia (la quale è ovviamente più approfondita essendo la nostra materia).
E’ difficile per noi conciliare l’immagine romantica di una Roma illuminata, elevata, acculturatrice, con quella truculenta del sacrificio umano.
Questa inconciliabilità è però causata da una pregiudizio nostro dettato da un’evoluzione culturale (che ebbero gli stessi romani come vedremo) che ci ha portati a ritenere il sacrificio umano come un qualcosa di veramente sbagliato. Invece stupirà sapere che i sacrifici umani li troviamo in Roma non solo nelle epoca più antiche ma anche in un periodo relativamente recente.
<[dopo che fu vinta Cartagine furono] aperti ai vincitori tutti i mari e le terre, la fortuna cominciò a incrudelire e a rimescolare tutto. Quelli stessi che avevano sopportato travagli e pericoli, situazioni incerte e aspre, trovarono nella quiete e nelle ricchezze -beni fino allora desiderabili- peso e misura. Continua la lettura di Come decade una nazione→
(Da: Giuliano l’apostata. Saggio critico con le operette politiche e satiriche tradotte e commentate, a cura di A. Rostagni, F.lli Bocca, Torino, 1920)
Quest’opera fu da Giuliano composta negli ultimi mesi di sua vita (363), ad Antiochia e durante la spedizione con- tro la Persia: v. LIBAN. Or. XVIII I78; HIERONYM. Epist. LXX 427E. Il titolo originale doveva essere Κατὰ Γαλιλαίων λόγοι, poichè con apposita legge l’Apostata aveva ordinato che i Cristiani fossero per disprezzo chiamati, com’egli sem- pre usa nei suoi scritti, Galilei (GREGOR. NAZ. Or. IV 76). Infatti in un catalogus nonnullorum librorum qui adhuc gra- ece extant, pubblicato da GRAUX, Fonds grecs de l’Escurial (1880) p. 385 (su cui NEUMANN “Theol. Lit.-zeit.” 1899 col. 299), si legge: Iulian. contra Galileos.
“Sotto il consolato di A. Vitellio e L. Vipstano [48dc n.d.r.], mentre si discuteva del modo di integrare il Senato, i capi della Gallia che ha nome “Comata”, che già avevano acquistato i diritti dei federati e della cittadinanza romana, richiesero la facoltà di ottenere cariche in Roma, il che suscitò molti e svariati commenti. Si discuteva di questo presso il principe, partendo da opposti punti di vista […varie argomentazioni sul perché non bisognava ammetterli n.d.r….]. Tali discorsi non commossero il principe che, convocato il Senato, si affrettò a confutarli, cominciando così: Continua la lettura di Stranieri in Senato→
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