Dicembre è l’ultimo mese dell’anno, ed è caratterizzato soprattutto dal ciclo dei Saturnalia. Sebbene i Saturnalia durino una settimana il loro ciclo inizia alcuni giorni prima. Tutto inizia l’11 dicembre con gli Agonalia dedicati al Sol Indiges.
Gli Agonalia erano quattro e si posizionavano in alcuni momenti di passaggio dell’anno, in questo caso si riferiscono al giorno più corto (mentre il Solstizio è quello con la minor luminosità).
Segue il 13 dicembre con le Idi, che sono le uniche in cui la naturale presenza di Giove viene sostituita da divinità terrestri con Cerere e Tellus.
Il 15 avviene la festa di Conso, il dio che si occupava di “condere” cioè di nascondere il seme sotto terra, ma questo termine veniva utilizzato anche per indicare la fondazione delle città: “ab Urbe condita” (dalla fondazione di Roma).
Il 17 è il primo giorno dei Saturnalia, qui inizia la rievocazione dell’Età dell’Oro, il motivo è facilmente intuibile: Giove rappresenta il dio della prima funzione indoeuropea, il suo stesso nome significa “luminoso” (il suo flamine era il Dialis, stessa origine di “dies”, giorno, da cui deriva Diovis poi Iovis, cioè Giove), è quindi connesso al Sole; il momento in cui il Sole è basso al Solstizio d’Inverno, torna a regnare Saturno. Fu sotto il suo regno che gli uomini non soffrivano mali, potevano vivere senza lavorare, non c’erano guerre e non c’era alcun bisogno delle leggi, tutto questo era l’Età dell’Oro.
I Saturnalia proseguono fino al 23, ma in questo periodo ci sono altre feste: il 19 cade la festa di Ops ovvero l’abbondanza che è coerente con i festeggiamenti tipici del periodo (e che perdurano ancora oggi); il 21 sono i Divalia, la festa di Angerona che cade al Solstizio d’Inverno; il ciclo si conclude con i Larentalia il 23, la festa di Acca Larentia.
Senza entrare nei dettagli, che richiederebbero un lungo articolo, riassumiamo che questo ciclo festivo riunisce in sé una serie di riti che propiziano la semina appena avvenuta nonché curano il momento di morte apparente del Sole. In questo delicato periodo anche Saturno viene liberato dai lacci con i quali veniva incatenato onde evitare che qualche popolo straniero potesse portarlo via dalla città.
È chiaro che questo periodo non è solo di festa, divertimento, gioia, allegrezza, sovvertimento dell’ordine e scambio di regali; ma è anche un momento estremamente delicato e pericoloso, in cui il potere di Giove (il dio che protegge lo Stato Romano) è al minimo, mentre Saturno è libero, avvantaggiando la ricchezza materiale a scapito di quella spirituale. Infatti fu Giove a far terminare l’età dell’Oro. In quel periodo gli uomini erano soddisfatti in tutte le loro necessità ma dipendevano dagli Dèi. È solo al suo termine, grazie a Giove, che gli esseri umani iniziano a condividere con gli Dèi il potere di trasformare la materia, avvicinandosi ad essi.
Perciò, in questo delicato momento, è tanto più necessario che Angerona venga venerata per proteggere il nome segreto di Roma. Quasi tremila anni dopo la Fondazione, la Dea continua a protegge questo segreto. L’anno quindi si conclude, ma già si prepara alla rinascita del Sole e del nuovo anno. Infatti il moto del tempo è ciclico ed eterno. Un continuo di nascita, crescita, mutamento, decrescita, morte e rinascita. La Natura intorno a noi è manifestazione fisica del metafisico, e quanto osserviamo è -innanzi tutto- il susseguirsi di forze, di Numi, che esprimono il loro potere sul piano della materia.
L’ambiente in cui oggi viviamo è propriamente antropico ed alienante, ogni giorno è indistinguibile dall’altro, nemmeno le feste della religione mediorientale di maggioranza vengono più rispettate, e si sono ridotte ad occasioni di consumo. Si deve invece osservare la Natura e rispettarne i ritmi poiché l’essere umano non è alieno ad essa. Il ciclo di nascita, morte e rinascita è in noi, e noi ne facciamo parte.
Quando il Sole è morente fatichiamo ad essere produttivi, mentre quando è potente un senso di energia e forza ci sprona. Il calendario nasce proprio dalla necessità religiosa di seguire questi cicli, non solo per l’utile raccolta dei campi, ma anche e soprattutto per la salute interiore degli individui.
Ogni popolo del mondo ha quindi osservato e compreso come i moti del Sole e della Luna influenzino la condizione materiale e spirituale degli individui, ed è sulla base di questi che hanno costruito i calendari. Se dunque ci si chiede perché mai essere grati a certe forze naturali, a certi Numi, in certi specifici momenti dell’anno in cui si manifestano, la risposta è la pietas.
Così come si è grati ai propri genitori per averci fatto nascere, alla terra per averci nutriti, all’acqua per averci dissetato, all’aria per averci sostenuti e al fuoco per averci riscaldati, così è pius onorare gli Dèi che sono la causa prima di tutto questo.
Segue l’elenco delle festività ed un breve accenno su ognuna di esse.
Le date sono inserite con il computo romano, per due ragioni:
1) permettere al lettore esperto di inserire nel feste nel sistema calendariale che reputa più appropriato (cosa impossibile con la nostra datazione ordinaria);
2) far prendere al lettore novizio dimestichezza con il sistema di computo inclusivo che conta i giorni mancanti dalla festa successiva;
Per la comprensione della datazione rimandiamo ai precedenti articoli: Kal-Non-Idus; Calendario Romano: Romuleo; Calendario Romano: Numa; “Calendario Romano: Cesare e successivi” ; Come si legge il calendario romano?
- Kal DEC N Neptunus, Pietas, Amor, Prudentia, Fortuna
- ad III non N Bona Dea
- NON F Faunalia Rustica
- ad VI C Faunalia Rustica, Tiberinalia
- ad V C Iunonis Iugalis
- ad IV C Septimontium
- ad III AGON NP Agonalia, Sol Indigeti, Septimontium
- pr eid EN Septimontium, Conso in Aventino
- EID NP Lectisternium Cereris et Tellus
- ad XVIII kal ian CONS Consualia
- ad XVI SATURN EN Saturnalia
- ad XIV OPAL EN Opalia
- ad XIII C Sigillaria
- ad XII DIVAL NP Divalia
- ad X LARENT NP Larentalia
Per le qualità dei giorni (F,N,C,FP,EN,NP,Q.ST.D.F. e Q.R.C.F.) vedi qui.
Emanuele Viotti