Il mese di Ottobre si apre con il Tigillo Sororio e la festa di Fides. Numa Pompilio «istituì il culto di Fides. Ordinò che al suo sacrario i flamini si recassero su di un carro coperto tirato da due cavalli, e che eseguissero il sacrificio con le mani ricoperte fino alle dita, per significare che la fede deve essere tutelata e che nella mano destra è stata consacrata la sua sede» (Liv. I,21,4).
Fides è una delle principali virtù romane, quella connessa alla fiducia, nonché base dei rapporti diplomatici sottoscritti dai romani. Il Tigillo Sororio era un travicello che congiungeva orizzontalmente due opposte pareti di una viuzza che portava dalle Carene (quartiere sul colle Oppio al confine dell’Esquilino) al vicus Ciprius (strada che dalla Subura andava al Colosseo) (Dion. Hal. 3,22,8); doveva essere quasi all’incrocio con il vicus ciprius.
Il culto era prestato a Ianus Curiatius e Iuno Sororia che avevano gli altari sotto il Tigillum. Prescindendo il racconto eziologico sulla sua origine (legato alla leggenda degli Orazi e Curiazi) era indubbiamente un rito di passaggio: si passava sotto un travicello, si sacrificava a due divinità dei passaggi (Giano e Giove).
A livello storico non abbiamo testimonianze di usi di questo tigillo per passare da uno stato di impurità ad un di purità; quindi il passaggio era a livello calendariale, come da una stagione all’altra o come se si ritualizzasse l’ingresso dell’ultimo trimestre dell’anno. È stato proposto che si trattasse di un rito per purificare i soldati tornati dalla guerra; oppure un rito di purificazione per omicidi involontari; rito di iniziazione alle armi in età adulta; e altri.
I Meditrinalia erano un altro rito legato al passaggio, apparteneva al ciclo festivo del vino, ed in questa occasione di mescolava il vino vecchio col nuovo, per poterlo chiudere nelle botti e farlo fermentare. A questo si lega anche il rito magico riportato da Varrone compiuto dal flamine di Marte «libo il vino vecchio e quello nuovo e guarisco il male vecchio e quello nuovo».
Un’altra festa arcaica è quella dei Fontinalia, in onore di Fontus (o Fonsa, le fonti discordano), figlio di Giano, sotto il cui altare sul Gianicolo era presente la tomba di Numa, dove vennero ritrovati i suoi libri. Anche questa è una festa di passaggio, essendo evidentemente legata a Giano.
L’October Equus era una festa sacra a Marte, ma alle Idi (che sono sempre sacre a Giove), in cui si compiva una gara di bighe, il cavallo destro (esterno) della biga vincitrice veniva sacrificato. La testa del cavallo veniva contesa tra gli abitanti della Subura e della Via Sacra, mentre la coda veniva portata alla Regia dove il sangue zampillante veniva offerto nel fuoco.
L’armilustrium era il luogo in cui Romolo aveva sepolto Tito Tazio ed era una festa della purificazione delle armi alla fine della stagione di guerra. Veniva compiuta in questo momento perché l’ultimo scontro dell’anno era quello tra i rioni all’October equus.
Tutti questi riti sono espressione di un momento di passaggio, ed in molti aspetti richiamano i riti di Marzo come la gara equestre (a Marzo si presentano come Equirria) e l’armilustrium. Ottobre chiude quanto è stato aperto a Marzo, cioè la guerra. Infatti ricordiamo che in inverno non era conforme al Mos Maiorum combattere.
In questo senso possiamo fare una riflessione.
L’anno richiede due mesi (Gennaio e Febbraio) più una decina di giorni (dal Solstizio) per entrare ed iniziare propriamente; richiede due mesi (Aprile e Maggio) più una decina di giorni (dall’Equinozio di Primavera) per entrare nel pieno dell’anno; richiede anche due mesi (Quintile e Sestile) più una decina di giorni (dal Solstizio d’Estate) per vertere verso la fine dell’anno; infine richiede due mesi (Ottobre e Novembre che, come vedremo, e solo una riproposizione di Settembre) più una decina di giorni (dall’Equinozio d’Autunno) per concludere l’anno.
Questo ci dovrebbe far riflettere sul fatto che l’anno per i romani è più un susseguirsi di passaggi, dove gli unici momenti statici sono soltanto quei circa venti giorni di Marzo, Giugno, Settembre e Dicembre che precedono i momenti culminanti del ciclo solare. L’esatto opposto di quella rappresentazione granitica ed immobile che l’immaginario collettivo attribuisce alla religione romana.
Segue l’elenco delle festività ed un breve accenno su ognuna di esse.
Le date sono inserite con il computo romano, per due ragioni:
1) permettere al lettore esperto di inserire nel feste nel sistema calendariale che reputa più appropriato (cosa impossibile con la nostra datazione ordinaria);
2) far prendere al lettore novizio dimestichezza con il sistema di computo inclusivo che conta i giorni mancanti dalla festa successiva;
Per la comprensione della datazione rimandiamo ai precedenti articoli: Kal-Non-Idus; Calendario Romano: Romuleo; Calendario Romano: Numa; “Calendario Romano: Cesare e successivi” ; Come si legge il calendario romano?
- Kal OCT N Tigillo Sororio, Fides, Honor
- ad IV non C Ieiunium Cereris
- ad III non C Mundus Patet
- NON F Iovi Fulguri, Iunoni Curriti
- ad VI C Iunoni Monetae in Arce
- ad V MEDITR NP Meditrinalia
- ad III FONT NO Fontinalia
- pr eid EN Magnis Penatibus in Velia
- EID NP October Equus
- ad VIII kal oct Mars, Neptunus, Apollo, Latona, Iovi Stator, Iuno Regina
- ad XIV ARMIL NP Armilustrium
Per le qualità dei giorni (F,N,C,FP,EN,NP,Q.ST.D.F. e Q.R.C.F.) vedi qui.
Emanuele Viotti