<[…] conspectius eo quod poenae capiendae ministerium patri de liberis consulatus imposuit, et qui spectator erat amouendus, eum ipsum fortuna exactorem supplicii dedit. Stabant deligati ad palum nobilissimi iuuenes; sed a ceteris, uelut ab ignotis capitibus, consulis liberi omnium in se auerterant oculos, miserebatque non poenae magis homines quam sceleris quo poenam meriti essent: illos eo potissimum anno patriam liberatam, patrem liberatorem, consulatum ortum ex domo Iunia, patres, plebem, quidquid deorum hominumque Romanorum esset, induxisse in animum ut superbo quondam regi, tum infesto exsuli proderent. Consules in sedem processere suam, missique lictores ad sumendum supplicium. Nudatos uirgis caedunt securique feriunt, cum inter omne tempus pater uoltusque et os eius spectaculo esset, eminente animo patrio inter publicae poenae ministerium.>
Archivio mensile:Marzo 2018
Non solo libri nel Culto Romano
Un articolo che speriamo possa essere utile a far capire meglio ai neopagani cosa non è la romanità, sfatando alcuni miti, e spiegando perché apparentemente si dedica più allo studio che all’intuizione.
Nell’immaginario comune un politeista romano è molto noioso e rompiscatole (e queste due diciamo che sono tendenzialmente vere), fascista ed omofobo (eehh???), eccessivamente studioso mentre non si cala mai nel pratico. Un carissimo amico, noto nell’ambiente neopagano, mi disse un giorno <di voi romani stimo la grandissima capacità di iniziative culturali, conferenze, visite guidate> cosa che mi lasciò perplesso perché sono cose che valgono anche per l’ambiente universitario.
Ma c’è di più di quel che si vede sulla superficie della romanità, che è spesso nascosto (per pudore) nelle pareti domestiche o all’interno delle comunità.
Il Cesaricidio, tra sacro e profano
Era il 15 Marzo (le Idi) di 2060 anni fa, quando la Curia fu bagnata dal sangue di uno degli uomini che fecero la Storia non solo di Roma ma dell’Occidente.
Ancora dopo tutto questo tempo c’interroghiamo su chi furono gli assassini e chi i salvatori della Patria.
Festa della donna
Diversamente dai connotati molto festaioli assunti da questa giornata, la Festa della donna nasce come un momento di commemorazione in onore del gentil sesso.
Poiché Ad Maiora Vertite si occupa più in generale di Storia (anche se in particolare di Religione Romana), ci è sembrata una buona idea scrivere due righe a proposito e ricordare la donna martire pagana per eccellenza del mondo antico: Ipazia.
Perciò la prima parte dell’articolo è una sorta di conto alla rovescia con la storia di questa festività, la seconda invece narra della storia d’Ipazia (la quale è ovviamente più approfondita essendo la nostra materia).
Sacrifici umani in Roma antica
E’ difficile per noi conciliare l’immagine romantica di una Roma illuminata, elevata, acculturatrice, con quella truculenta del sacrificio umano.
Questa inconciliabilità è però causata da una pregiudizio nostro dettato da un’evoluzione culturale (che ebbero gli stessi romani come vedremo) che ci ha portati a ritenere il sacrificio umano come un qualcosa di veramente sbagliato. Invece stupirà sapere che i sacrifici umani li troviamo in Roma non solo nelle epoca più antiche ma anche in un periodo relativamente recente.