Casi di transgender nel Mondo Classico

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Le problematiche e le tipicità riscontrabili nell’espressione della sessualità nel mondo antico sono state trattate in numerose pubblicazioni forse con particolare riguardo all’ambito del mondo classico. Leggendo le fonti si trova, però, un aspetto particolare della sessualità che non è stato indagato, almeno adeguatamente, e che quindi merita di essere osservato con una attenzione maggiore rispetto ai semplici accenni finora dedicati all’argomento. Mi riferisco ad un paio di testimonianze di casi cosiddetti “transgender”,  secondo il termine usato oggi per indicare la situazione psicologica e sessuale di soggetti che non si riconoscono nel corpo biologico con cui sono nati. Questa disforia di genere non solo comporta attrazione fisica verso quello che sentono come sesso opposto (ma che biologicamente è riscontrabile fisicamente come il loro), ma la psicologia, i gusti, la personalità presentano caratteristiche del genere che nel loro intimo sentono come proprie. Adotteranno perciò abbigliamento, pettinatura, modi espressivi tipici del genere in cui si identificano.

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Sandra Mazza

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Laureata in Archeologia classica presso l’Università Sapienza di Roma e specializzata in Archeologia classica presso la stessa università
Ha partecipato ad una campagna di scavo presso il tempio della Magna Mater al Palatino
Ha condotto due campagne di scavo nella località Ferratella a Roma per conto della Soprintendenza del Lazio
Ha condotto una campagna di scavo nella località Torrino a Roma per conto della Soprintendenza del Lazio
Ha condotto una campagna di scavo al tempio di Giove a Cirene, in Libia, per conto dell’Università Sapienza di Roma
Ha tenuto corsi di archeologia presso l’Università 50&Piu’
Tiene conferenze e visite guidate per associazioni culturali
Ha pubblicato articoli su periodici specializzati
È in preparazione una sua Guida della necropoli di S. Pietro a Roma