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Pensare e fare il Sacro: un percorso religioso romano

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Nell’affascinante crocevia dove storia, religione e cultura si incontrano, emerge una verità sorprendente: per i Romani, il sacro non era solo una questione di fede, ma di azione. “Quando fare è credere” non è solo il titolo di un’opera rivoluzionaria dello storico J. Sheid, ma rappresenta l’essenza stessa del modo in cui il popolo romano viveva la propria spiritualità. Immersi in un mondo dove il confine tra il divino e il quotidiano era permeabile, i Romani non conoscevano il concetto di “religioso non praticante”. Ogni gesto, ogni parola, ogni festa era intrisa di significato sacro, trasformando le semplici azioni in ponti verso gli dèi.

Ma cosa significa davvero “fare il sacro” in una civiltà che ha definito gli angoli della storia? E come possiamo, oggi, avvicinarci a comprendere una visione del mondo così radicalmente diversa dalla nostra? Questo viaggio alla scoperta della religione romana ci porta oltre la superficie di quello che comunemente intendiamo con “religione”. Non si tratta semplicemente di esplorare credenze o dogmi, ma di immergersi in un flusso costante di pratiche, rituali e festività che definivano il ritmo della vita romana, da quelle più intime e domestiche fino agli atti pubblici che sancivano la comunione tra città e cosmo.

Attraverso un’analisi dettagliata che va dai riti di quotidiana devozione fino ai complessi rituali che sottolineavano momenti cruciali della vita politica e militare di Roma, ci avviciniamo a una comprensione più profonda non solo della religione romana, ma del popolo romano stesso. Scopriremo come la divinazione, la magia e la sacralità degli dèi cittadini tessessero insieme il tessuto stesso della società romana, influenzando decisioni politiche, strategie militari e la vita quotidiana di ogni cittadino.

Prepariamoci, dunque, a destrutturare le nostre certezze e ad avventurarci in un mondo dove il fare diventa credere, e dove ogni azione si carica di un significato che va ben oltre il visibile. Questo percorso ci svelerà non solo l’anima profonda di Roma, ma ci offrirà una chiave di lettura inedita per interpretare le grandi figure storiche, mostrandoci come, in ultima analisi, il sacro modellasse il destino di Roma e dei suoi cittadini.

Di tutto questo parleremo nel corso online “Pensare e fare il Sacro: un percorso religioso romano”, presso il Centro Nazionale di Studi Classici Greco Latino Vivo.

È possibile iscriversi a questo link utilizzando il codice sconto del 30%: ADMAIORA24

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Il mistero della dea Carmenta

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Carmenta è una dea poco nota al pubblico, sia nell’ambiente profano che in quello pagano, pur trattandosi di una divinità fondamentale nel panorama religioso romano. È una delle sole quindici divinità a cui è attribuito un flamine, cioè un sacerdote specializzato e interamente dedicato al suo culto. A lei erano anche dedicate due festività intorno alle idi di gennaio, una delle porte del pomerium, un bosco e una delle rupi del Campidoglio. Non poco. Continua la lettura di Il mistero della dea Carmenta

Nuovo libro: Tradizione Romana – decennale di Ad Maiora Vertite

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Per il decennale di Ad Maiora Vertite abbiamo deciso di riunire diversi autori, professionisti e tradizionalisti, per la realizzazione di questa raccolta di articoli inediti. Con oltre trenta articoli approfonditi, che rispettano i maggiori standard di Ad Maiora Vertite, questo volume è un interessante approfondimento su vari temi della religione romana.

Scorrendo troverai il link per scaricare l’anteprima del testo, con l’indice e la prima pagina di tutti gli articoli presenti.

Dieci anni di AMV

Il fatto di essere giunti a dieci anni di vita mi inorgoglisce molto, poiché è il risultato, non di uno solo, ma di una collettività, che si è impegnata nutrendo questo grande progetto. Una collettività che si è espressa anche nella realizzazione di questo volume che ha richiesto molto lavoro, ma che siamo stati felici di produrre per festeggiare il decimo anno di Ad Maiora Vertite.

Il libro verrà presentato per la prima volta venerdì 28 aprile a Roma in Campidoglio. Ulteriori informazioni in futuro.

Ringraziamenti

Un felice ringraziamento va agli Accademici, ai professionisti e alle altre associazione tradizionaliste,  che hanno contribuito alla stesura di questo testo. Per la prima volta, professionisti del mondo universitario e pagani insieme, senza pregiudizi, collaborano in nome della trasmissione della tradizione.

Come in Roma antica i viri si sono uniti divenendo Quirites (la cui etimologia viene proprio da co-viriuomini insieme), così in Ad Maiora Vertite ognuno, in base alle proprie capacità, ha collaborato per la riuscita di questa grande impresa. E ciò, più di qualunque soddisfazione personale, mi spinge a voler proseguire su questa strada affinché Roma Renovata Resurgit.

Emanuele Viotti Continua la lettura di Nuovo libro: Tradizione Romana – decennale di Ad Maiora Vertite

Lupercalia – 15 febbraio

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Nel pieno del mese sacro alla dea Februa,[1] quando ci si purifica dall’atto empio di ricreare il Cosmo, quando la gelida terra inizia a far germogliare le prime sementi, quando gli uomini pii vanno a visitare le tombe dei Padri, un antichissimo sodalizio si riunisce in una grotta nel cuore di Roma. In questa grotta viene compiuto un misterioso e arcaico rito, che vede certi uomini-lupo invadere le strade della civilissima Urbe, e che sarà uno dei pochi a sopravvivere intatto persino alla cristianizzazione.
Parliamo dei Lupercalia, sui quali abbiamo realizzato anche un video. Continua la lettura di Lupercalia – 15 febbraio

Liberalia e Baccanalia – 17 Marzo

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                        LIBERALIA e BACCHANALIA.

 

Come articolare una conoscenza e diffusione di Dioniso e un dato dionisimo a Roma fin da tempi molto antichi? I Bacchanalia come vanno considerati all’inizio del II secolo avanti l’era cristiana, in un contesto ormai, ampiamente distaccato dalla koinè religiosa greco-tusco-italica e dunque demitizzato, della religione romana? In fondo, pur stimando quasi eccessiva la reazione romana come esposta in Livio, quanto, concetti di “possessione” da un lato, e ratio e voluntas dall’altra, sono inconciliabili?

Ci serviremo come fonte principale di due testi del professor Montanari[1], ampiamente esaustivi a riguardo, ponendo su di un piano comparativo Liberalia e Bacchanalia, da cui desumere le differenze sostanziali che spinsero a quella repressione del 186.

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September: il mese di Giove Ottimo Massimo

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Il mese di Settembre sembra totalizzato dalla presenza dei Ludi Romani, o Ludi Magni. Questi Ludi duravano ben quindici giorni nel calendario solare, tuttavia il calendario precesariano indica soltanto tre “M” (dall’8 al 10), il che fa supporre che questa festa sia stata lentamente estesa nel tempo. Settembre ha un’altra particolarità che condivide con Novembre, non sono presenti feste in carattere capitali, indice del fatto che non vi sono feste appartenenti al ciclo arcaico. Questo ha fatto supporre -erroneamente- ad alcuni che fossero questi i mesi non conteggiati dal calendario di Romolo. Ma trattasi di un chiaro errore, perché significherebbe il cambio completo di nomi di tutti i mesi, oltre al fatto che le fonti sono esplicite del dire che i mesi aggiunti da Numa erano Gennaio e Febbraio.

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Sextilis, il mese del rivolgimento

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Sestile è un mese con caratteristiche eccezionali.
Nella prima metà del mese non sembra accadere nulla di particolare, se non la commemorazione dei templi a Victoria e Spes (posti in questa data forse come conseguenza della Concordia festeggiata nel mese precedente), Salus e Sol Indiges introdotto in età imperiale (tanto che nei fasti si alterna da F a C fino a diventare NP regolarmente solo dopo il 16 d.c.).
Gli elementi più interessanti di questo mese sono le Idi ed il ciclo arcaico posto nella seconda metà.
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Quintilis, il mese che inaugura il nuovo ciclo

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Con Quintile (Luglio) iniziano i mesi numerali, che ci accompagneranno fino a fine anno.
È il primo mese della seconda metà dell’anno, purtroppo i Fasti di Ovidio si interrompono con Giugno, a causa dell’esilio impostogli da Augusto. Perciò manchiamo di un’importante fonte di informazioni per i mesi successivi. La comprensione delle caratteristiche del mese deve passare quindi necessariamente dall’analisi delle sue feste.

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Iunius, il mese di Giunone e delle giovani

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<Un tempo Roma, dal nome di mio padre fu detta Saturnia,
e per lui questa terra fu più vicina al cielo.
Se il talamo è in pregio, mi spetta il titolo di consorte del Tonante,
e il mio tempio è congiunto a quello di Giove Tarpeio.
Ma come! Una concubina poté dare il suo nome al mese di maggio,
e invece tale onore sarà negato a me?
Perché dunque mi si dice regina, e la prima delle dee?
Perché lo scettro d’oro fu assegnato alla mia mano destra?
Ma come! I giorni formeranno il mese, e da essi sarò detta Lucina, e non prenderò nome da nessun mese?
In tal caso mi pentirei di aver deposto lealmente l’ira
contro la stirpe di Elettra e la casa Dardania. […]
Ma no, non mi pento , né v’è alcun popolo a me più caro:
qui io sia venerata e occupi il tempio insieme con il mio Giove.
Marte stesso mi disse “ti affido queste mura;
tu sarai potente nella città di tuo nipote”.
La parola fu mantenuta: mi onorano cento altari;
e maggiore di ogni altro onore è per me quello del mese.>

(Ovidio, Fasti, VI,31-56)

 

Giugno è l’ultimo dei mesi che compare nei Fasti di Ovidio (la cui produzione venne interrotta a causa della cacciata dell’autore per opera di Ottaviano), ed è l’ultimo ad essere “nominale”, infatti tutti i successivi saranno numerali. In merito alla questione del nome dei mesi ne abbiamo parlato in quest altro articolo. Continua la lettura di Iunius, il mese di Giunone e delle giovani

Il paradigma di Veio e Furio Camillo

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EVOCATIO E TRIONFO.

La conquista di Veio, rappresenta per la storia di Roma, un evento cruciale; non solo sotto un punto di vista politico ed economico, ma soprattutto paradigmatico. Dalla pur sospetta durata decennale del conflitto, che pone interessanti parallelismi con la guerra di Troia, alle discordie intestine in Roma, il nucleo storiografico lascia evincere come, alla congruente pax deorum, fosse altresì necessario l’ottenimento della concordia civica.  Tutto il nucleo della trattazione liviana, partendo dal fatale conflitto con Veio, passando per il sacco gallico, culmina con le leges licinae-sextiae, e la dedica del tempio di Concordia ad opera di Camillo, padre o figlio; un ciclo narrativo serrato e dibattuto, che traghetta Roma dall’epopea, alla piena epoca storica[1].

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