Abbiamo deciso di raccogliere qui i tre post che abbiamo preparato in merito a Medusa, Perseo, Crisaore, Pegaso, Chimera e Bellerofonte. Noi non trattiamo mai mitologia greca perché è fuori dal nostro campo di studi, tuttavia la questione della statua posta negli Stati Uniti ci ha spinti ad affrontare il tema sulla nostra pagina facebook. Da lì in moltissimi ci avete chiesto di approfondire, e così abbiamo fatto, e per non perdere quei post nel dimenticatoio ve li riproponiamo anche sul nostro sito uniti insieme in modo tale che si possa seguirne il filo logico, e aggiungendo in fondo la bibliografia che si riferisce ai miti in sé.
Grazie come sempre del vostro sostegno, e speriamo possiate apprezzarli e continuare a seguirci!
Vale quindi la pena andare contro corrente, resistendo a queste forze che moralmente e socialmente cercano di trascinarci nell’animalità, per difendere qualcosa di bello che ci appartiene come esseri umani, e per aiutare gli Dèi ad impedire la fine del mondo?>
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<Nel precedente post su Medusa in moltissimi ci avete chiesto di parlare del simbolo di Pegaso che era stato lasciato in sospeso. Il suo simbolo è estremamente complesso, e non ho la pretesa di sviscerarlo interamente in un post su FB ma, seguendo la stessa linea del precedente, cercherò di affrontare uno degli aspetti che trovo maggiormente interessante. Vi chiedo però di avere pazienza perché per capire Pegaso è necessario capire Criasore, il guerriero nato con lui dal sangue di Medusa, perciò prima parleremo di questo, e in uno dei prossimi post parleremo davvero di Pegaso.
Come abbiamo visto Pegaso nasce dalla decapitazione di Medusa insieme a Crisaore. Padre di questi era Poseidone che aveva posto il seme nella bella Medusa prima che venisse tramutata in mostro da Athena (vedi post precedente, link nel primo commento). Perciò simbolicamente Pegaso è figlio di quel turbinìo di emotività bassa ed incancrenita che abbiamo descritto nel post precedente. Tuttavia l’intervento di Perseo (l’iniziato) aiutato dalla mente pratica e pura (Athena) recide quel male emotivo che gli impedisce di agire in modo puro. La recisione genera due entità Pegaso e Crisaore, cioè due aspetti diversi del piano emotivo. Il secondo dei due nacque con una spada d’oro in mano, infatti il suo nome significa letteralmente “spada d’oro” (gr. chrysós, oro, e áor, spada). Di lui purtroppo non si sa molto di più che quel che racconta Esiodo: si unì alla ninfa Callirroe (lett. bella corrente) generando il gigantesco Gerione e la serpentiforme Echidna. Avete già capito che le nascite sono derivazioni di unioni di forze o di eventi, e non nascite nel senso letterale del termine. Si sta parlando sempre di elementi acquatici (Crisaore figlio dello stupro di Medusa da parte di Poseidone e la ninfa acquatica), perciò parliamo sempre di piano emotivo. Questi personaggi però non generano entità positive bensì negative: Gerione ed Echidna. Gerione è un gigante mostruoso con tre teste, la cui ricchezza era data dai buoi dei quali non si occupava direttamente (quindi un’emotività tesa alla ricchezza materiale), e che viene ucciso da Ercole (uno dei pochi esempi mitologici dell’Iniziato che ha successo e giunge agli Dèi). Echidna (lett. “vipera”) è un mostro con corpo di donna e coda di serpente che viveva in una grotta nel Peloponneso (il simbolo del serpente è legato alla conoscenza, quindi è un’emotività negativa tesa alla sapienza, questo concetto sarà più chiaro nel successivo post su Pegaso), qui sarebbe stata uccisa da Argo poiché assaliva i passanti, ma cosa importante ella è madre di numerosi mostri: Ortro (il cane di Gerione), Fice, il Leone di Nemea (ucciso da Ercole, secondo una variante nasce da Chimera), il drago di Colchide, e la Chimera.
Si vede quindi in che modo il fenomeno dell’emotività corrotta non è risolto dall’Iniziato in un colpo solo, ma rimane e serpeggia (in questo caso letteralmente MedusaàEchidnaàChimera) e ci si trova più e più volte a doverlo vedere, affrontare e sconfiggere. Su questo voglio fare una precisione per chiarire alcune critiche mosse al precedente post: l’emotività non è sbagliata, ma deve essere dominata per non essere vittime delle passioni, degli istinti, e trovarsi sbandati in balìa degli eventi (come Odisseo nelle varie tempeste), e nessuno può affrontare un percorso iniziatico, o in generale spirituale, senza essere in grado di dominarsi ed essere padrone delle proprie azioni, e non vittima. Si deve scegliere di fare qualcosa perché la si vuole (volere, volontà) farlo, e non perché una pulsione del momento costringe a farlo (questo comportamento invece è tipico degli animali). Questa è, per altro, la vera libertà.
Crisaore quindi pur apparendo come una figura apparentemente positiva tramanda in sé il seme posto da Poseidone in Medusa. Infatti la sua compagna è pura come tutte le ninfe, perciò la mostruosità dev’essere trasmessa -per esclusione- da lui, ed è la sua discendenza che ci permette di capire la vera natura dello stesso Crisaore. Questo ci mette in guardia perché nel momento in cui l’Iniziato sconfigge Medusa, vede scaturire queste due entità positive (Pegaso e Crisaore), una purissima e magnifica, l’altra gigantesca e forte con una splendida arma, ma in realtà solo una delle due è quella che servirà realmente all’Iniziato (Pegaso), mentre l’altra porta con se quel marcio, quell’istintività (in senso negativo), quel seme dell’emotività malata, che andrà più e più volte sconfitto sotto varie forme. Questa bassa emotività malata della quale ho parlato anche nell’altro post taluni la chiamano Ego, ma a me questo termine non piace perché è vago e non chiarifica di cosa si stia parlando. Cos’è l’Ego? È un qualcosa di “altro da sé”, oppure è un qualcosa dentro di noi che ignoriamo? Bho, non è dato sapere… anzi sembra più un termine ombrello per indicare moltissime cose. Invece ai miei occhi è molto più chiaro il simbolismo usato in antichità. Ma per quanto i simboli abbiano un loro potere intrinseco, la cosa importante è avere ben chiaro cosa si intende con i termini che utilizziamo.>
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<Abbiamo parlato di Crisaore e adesso veniamo finalmente a Pegaso.
Pegaso dei due è la figura positiva. Pegaso è un cavallo, quindi legato simbolicamente alla guerra (ricordate le bronzee mani di Medusa?), ma bianco ciò significa che è puro; inoltre è alato quindi in grado di volare verso l’alto e giungere fino agli Dèi, infatti in uno dei miti Zeus lo utilizza per trasportare le folgori.
Quindi Pegaso è frutto di un atto magico compiuto dall’iniziato per separare la parte emotivamente malata di sé da quella sana e pura. Il termine Pegaso deriva dal gr. pēghē, sorgente, questo ci precisa ancora una volta che parliamo di emotività, tuttavia pura essendo sorgente (e l’acqua di sorgente è sempre pura).
Ma se osserviamo bene Pegaso non è uno strumento, o un oggetto che viene donato, egli è proprio un’ entità a sé, in grado di dare vigore e potenza all’Eroe (che lo cavalcherà contro Chimera), da qui possiamo dedurre che la sua natura e quella di una potente energia. Nel rito l’emotività deve essere controllata affinché l’”energia” la si possa indirizzare dove si vuole, questo significa che la funzione delle emozioni è quella di generare “energia”. Non a caso i depressi, gli apatici, quelli vittime di stati emotivi bassi sono tendenzialmente immobili, o rallentati, al contrario chi è carico di un’emotività positiva e sempre entusiasta e con grande voglia di fare. Pegaso incarna quindi questa energia pura e ripulita dagli istinti.
Tuttavia Pegaso non è facile da poter trovare, e ancor meno poterlo dominare. Bellerofonte, altro eroe che rappresenta l’iniziato, necessita dell’aiuto di Athena (di nuovo torna l’intervento della mente pratica e pura) per poterlo catturare che infatti gli dona delle redini d’oro (o secondo un’altra versione lo cattura per lui, ma poco cambia a livello simbolico). Queste redini d’oro erano, all’epoca del mito (ma non delle nostre fonti) una tecnologia sconosciuta, questo significa che è uno strumento che non si può insegnare ma che ognuno deve trovare dentro di sé. Ma dentro dove? Se è Athena che le dà è dentro alla mente che va trovato. Ognuno deve chiedersi: in che modo posso diventare padrone del mio aspetto emotivo puro? Bisogna sedersi, cercarlo, identificarlo, scoprire quando compare ed intellegere con la mente quali strumenti ci possono permettere di “invocarlo” quando ne abbiamo bisogno! Bellerofonte riesce a catturare Pegaso quando si abbevera alla fonte di Pirene, che si trova a Corinto, dalla quale città l’eroe era esiliato per aver ucciso involontariamente il fratello… quindi affrontando i luoghi dei propri errori, ma ovviamente nessuno che non abbia sconfitto Medusa (vedi post precedente per il significato) potrà mai essere così libero e puro da poter affrontare i luoghi dei propri errori senza scatenare delle incontrollate mostruosità.
Catturato Pegaso Bellerofonte si trova a dover affrontare, di nuovo, quella bassa emotività già vinta da Perseo, ma sotto una diversa forma. Stavolta infatti è il mostro Chimera.
Chimera, lo abbiamo appena visto, è un mostro figlio di Echidna la creatura metà serpente e metà donna, a sua volta figlia di Crisaore nato dal sangue di Medusa insieme a Pegaso. Essendo una progenie il significato è parzialmente simile, o comunque legato allo stesso ambito.
Tuttavia Chimera è particolare, e la sua iconografia è ben chiara. Chimera è un leone mostruoso dal cui busto esce una testa di capra, e la cui coda è in realtà un serpente. Di per sé questi singoli simboli (il leone, la capra ed il serpente) non sono completamente negativi. Il leone rappresenta il coraggio, l’ardimento, ma anche la forza; la capra è simbolo di fecondità ed energie (si pensi ad Amaltea) e infatti è un animale spesso sacrificato nei riti antichi, inoltre la capra tende ad elevarsi verso l’altro, tende alle cime montuose (questo si lega anche al simbolismo astrologico del Capricorno, che apre le porte dell’anno); il serpente ha un significato altalenante che rappresenta la sapienza (distingue le piante velenose da quelle benefiche), amico degli uomini, e dalla conoscenza medica, ma è simbolo anche di seduzione e inganno, e legato alla dimensione dell’oltretomba. Tuttavia la sua genealogia (già vista) ci fa capire che la Chimera non è un simbolo positivo ma negativo. Essendo un simbolo negativo le virtù degli animali che lo compongono debbono essere tutte declinate al negativo: il leone non rappresenta il coraggio ma l’avventatezza, sfrontatezza, spavalderia, arroganza, impudenza, presunzione; il capro non è fecondità, energia, tensione verso l’alto ma lascivia, corruzione, persistenza, l’arroganza di chi invece di elevarsi osserva e disprezza quelli che ritiene inferiori (che a volte lo sono); e in fine il serpente anziché medicinale è veleno, seduce e inganna.
Perciò la Chimera rappresenta, in poche parole, quelle virtù che diventano vizi, ed è uno dei grandi momenti di passaggio dell’Iniziato, quando -dopo un lungo cammino e grandi peripezie- si trova a combattere contro il mostro che lui stesso ha creato. Il continuo accrescimento dell’individuo è macchiato da quel seme di Medusa (che viene da Poseidone), e cresce insieme all’Iniziato, ma quest’ultimo deve -prima o poi- affrontarlo. Chimera viene anche descritto come causa dei vulcani e dei terremoti (esattamente come Poseidone) ma anche questo ha un significato simbolico, infatti la terra rappresenta il corpo fisico, e perciò mette in guardia dal fatto che queste mostruosità possono essere anche causa di malattie (ritorna il significato del serpente).
Bellerofonte riesce a sconfiggere questo mostro terribile grazia a Pegaso, quindi alla forza datagli dall’anima pura, e l’uso del piombo. Chimera sputa fuoco, il fuoco generalmente rappresenta lo Spirito, tuttavia è un altro di quei simboli che alternativamente compare come positivo e negativo. Il fuoco aiuta gli uomini, è alla base delle arti tecniche, è fondamentale per i riti, ma è anche distruttore. Il fuoco è conteso tra gli uomini e gli Dèi, il mito di Prometeo ne è un chiaro esempio. In questo caso il fatto che Chimera sputi fuoco sta a significare che è padrona di uno strumento distruttivo che potrebbe sembrare positivo e divino (ancora una volta il simbolo va declinato al negativo, e non al positivo). Bellerofonte quindi pone sulla punta della sua lancia del piombo, e assalta la bestia cavalcando Pegaso, gettandogli questo piombo tra le fauci. Il piombo col fuoco fonde distruggendogli le interiora.
Il piombo è il metallo simbolo che simboleggia la materia ed il mondo infero (spesso si usava nelle maledizioni), sacro a Saturno, perciò significa che questa bestia tremenda si distrugge con la concretezza, con la materialità. Non sempre infatti i corpi inferiori sono negativi, inutili, il concetto “giusto/sbagliato” in senso cristiano è da sorpassare, e va rifiutato, nulla è giusto o sbagliato in senso assoluto, ma tutto ciò che esiste è utile al suo preciso scopo (come abbiamo visto nel post su Medusa, il fatto che sia Athena a crearla dopo lo stupro subito è uno strumento fondamentale di tutela). Al contrario quello che è importante in un percorso è ciò che è etico, ciò che è moralmente corretto, ciò che è fas, da ciò che è immorale, incorreto, nefas. Perciò la Chimera si sconfigge con la materia: tutti gli arabeschi, i castelli per arai costruiti da quell’aspetto “egoico” di quando si è convinti di esser dei “grandi iniziati” giunti in elevate posizioni, si abbattono tornando alle questioni elementari, come si dice nelle campagne “a contare le mele, che sono le mele, e le pere che sono le pere”. Infatti -senza saperlo- gli agricoltori sono i più grandi esperti del sacro dei nostri tempi, poiché essi più di tutti convivono con i miracoli e con l’origine divina delle cose.
La nostra analisi si conclude con la morte di Bellerofonte. Egli si distrae dal suo percorso, compie altre imprese con Pegaso e si convince che stavolta ha abbattuto davvero tutte le mostruosità dentro di sé. Egli ritiene di essere degno di potersi unire agli Dèi, e sprona Pegaso a raggiungere l’Olimpo. Ma questo è proprio quel gesto d’ego incarnato dalla stessa Chimera che ha appena sconfitto. Questo concetto è ben spiegato nella frase, utilizzata in certi ambienti, che dice <chi dice di aver sconfitto l’Ego ne è preda>, e così un tafano inviato da Zeus punse Pegaso disarcionando Bellerofonte. Il tafano è un insetto che compare spesso nella mitologia greca, sempre col ruolo di strumento del castigo divino, inviato da Zeus o da Era (cioè l’apice del regno divino). Pegaso proseguì il suo cammino ascendendo all’Olimpo e venendo da Zeus immortalato nel firmamento, a significato che anche se si cade nell’errore certi passaggi superati ed ottenuti si mantengono, e non si deve sempre ricominciare tutto da capo. Invece Bellerofonte non morì, ma cadde in un roveto sopravvivendo, da lì fu condannato a vagare cieco (non più in grado di vedere la natura divina), zoppo (non in grado di proseguire il suo percorso), solo (non in grado di insegnare o di apprendere da altri), e maledetto, evitando le strade battute dagli uomini finché la morte non lo colse. Evidente segno di quanto sia pericoloso lasciarsi prendere dagli istinti inferiori ed avere pretese nei confronti degli Dèi.>
Bibliografia:
R. Graves, “I Miti Greci”, Longanesi;
P. Grimal, “Mitologia”, Garzanti;
A. Ferrari, “Dizionario di Mitologia”, UTET;
E. Dossi a a., “Antichità Classica”, Garzanti;
A. Cattabiani, “Volario”, Mondadori;