«Alma Venere, madre di entrambi gli Amori»
La dea rivolse il suo sguardo verso il poeta, e disse:
«Cos’hai a che fare con me? Certo volevi cantare più gravi argomenti. Forse nel tenero petto conservi l’antica ferita?»
Risposi:
«Tu sai, oh dea, la mia ferita»
Sorrise, e subito il cielo intorno a lei si fece sereno:
«Sano o ferito ho forse mai lasciato le tue bandiere? Tu sei sempre stata il mio modello e il tema del mio canto. Senza colpa, come si conviene, scherzai nei miei giovani anni; ora i miei cavalli corrono un più vasto campo. Canto le ricorrenze e le cause, tratte dagli antichi annali, e il sorgere delle stelle, e il loro tramontare sotto la terra. Sono giunto al quarto mese, nel quale sommamente ti si onora: e tu, oh Venere, sai che il poeta e il mese sono tuoi.»
Commossa, toccò lievemente le mie tempi con il mirto di Citerea, e disse:
«Completa l’opera intrapresa»
Ebbi l’ispirazione, e d’un tratto mi si chiarirono le cause delle festività: mentre è concesso, e spirano i venti, corra la nave.>
Ovidio, Fasti IV, 1-18
Aprile, il cui nome deriva dal verbo aperire (aprire, schiudere, in riferimento allo sbocciare dei fiori), era il mese sacro a Venere, dea latina legata all’attrazione e ai venenia, cioè ai veleni ma anche alle pozioni ed al vino. Nel secoli queste sue caratteristiche originarie andarono perdute obliterate dall’identificazione con la greca Afrodite.
Il primo giorno del mese, che è quello che qualifica in qualche modo Aprile, è segnato dalla festa di Venere Verticordia e dalla Fortuna Virile, mentre i calendario tardi (Filocalo) lo indicano come Veneralia. In questo giorno alcune donne veneravano Venere lavando la sua statua (o partecipando al rito presumibilmente) mentre le altre facevano il bagno nude nei bagni maschili indossando una corona di mirto in onore della Fortuna Virile. Questi due tipi di donne incarnano i due amori citati da Ovidio, quello puro insito nel matrimonio, e quello del piacere. In altre parole nel mese di Aprile viene onorato in tutta la sua complessità l’universo femminile, in chiara analogia con la Primavera, cioè il risveglio della Natura, la rinascita della vita. Nel quadro più ampio dell’anno Aprile è quindi la tappa in cui simbolicamente la donna giunge a maturazione: a Gennaio abbiamo visto la ritualizzazione della nascita nel mondo, a Febbraio l’adolescenza incarnata dai Luperci, a Marzo i giovani vengono inquadrati nella società ovvero nella miliza, ad Aprile sono le donne che vengono “inquadrate” in quello che il mondo romano concepiva come il dovere delle donne verso la società (matrimonio e figli).
Il ciclo di feste arcaiche di aprile è evidentemente volto ad indirizzare la sessualità femminile verso l’incremento dei prodotti del matrimonio (i figli), dell’allevamento e dell’agricoltura; il ciclo operava sul femminile quello stesso riscatto dalla natura alla cultura che in Marzo aveva per oggetto il maschile. E’ possibile che l’appellativo Virile dato alla Fortuna derivi proprio dal confronto parzialmente analogico della condizione femminile con quella maschile, caratterizzata dal perfezionamento del genere di riferimento. La Venere del primo aprile, è la dea che “volge” al matrimonio la sessualità femminile, e si chiama appunto Verticordia “colei che volge i cuori”. Dice Ovidio <al tempo dei nostri proavi la pudicizia abbandonò Roma> e allora su suggerimento dei Libri Sibillini si innalzò un tempio a Venere che, chiamata a far cambiare il cuore delle donne romane <da allora ha il nome dal volgimento del cuore [verso corde]>.
L’aspetto strettamente umano di questo mese non deve però distrarre da quello naturale. Anzi è presumibilmente che sia l’aspetto naturale a determinare quello umano. Infatti sono numerose le feste connesse alla fertilità agri-pastorale in questo mese, ed è solo dalla naturale condizione primaverile che si determina la prospettiva umana di questo mese. Troviamo ben tre ludi connessi al mondo agricolo e naturale: Ludri Matri Magnae o Ludi Megalenses, Ludi Cereri e Ludi Florae. I Primi sono introdotti nel 204ac (Liv. XXIX, 14, 14) ed è un culto speculare rispetto ai Ludi Ceriali: è una festa patrizia ( mentre i ludi Ceriali sono plebei), è organizzata dagli Edili Curuli (e non dagli edili plebei) che era una magistratura riservata ai patrizi, i patrizi si scambiavano inviti (mutitabant esattamente come i plebei durante i lud. Cer.), il centro culturale è sul Palatino il colle storicamente patrizio (e non sull’Aventino che è il colle plebeo per eccellenza), in fine viene venerata Cibele (contrapposizione aristocratica, anche in Grecia, della plebea Demetra-Cerere) con l’epiteto di Magna Mater (Deum), la Grande Madre degli Dei. Il nome della festa, Megalenses, viene dal greco Megale Mater. I plebei trasformano Cerere facendole acquisire i caratteri misterici di Demetra e romanizzandola; i patrizi adottano Cibele come se fosse già romana, attribuendole origine nelle mitiche origini troiane di Roma.
I Ludi floreali vengono istituiti tra il 241 ed il 238ac, e realizzati con i proventi delle multe fatte a coloro i quali pascolavano abusivamente nell’ ager publicus, tuttavia divennero annui solo nel 173ac (del culto di Flora abbiamo già parlato qui). La particolarità di questi Ludi è che anziché i gladiatori si esibivano le prostitute, al posto di besti feroci vi erano lepri e capre, ed al posto degli atleti gareggiavano le donne. Tuttavia lo scopo di questi ludi era forse quello di alleggerire il clima tipicamente violento dei Ludi, lasciando che le competizioni fatte dalle prostitute non fossero un qualcosa di traumatico, ma anzi mostrassero delle competizioni apparentemente decontestualizzate. In questo modo si andava sottolineando la differenza dei ruoli nella società romana.
La sostanza di questa festa è quindi un’opera di freno da parte di Flora alla pressione di Venera, che non a caso compare alla fine del mese subito prima del mese dedicato agli antenati. Flora è infatti colei che presiede alle erbe prodigiose, andando a contrapporsi ai venenia di Venere. Ed a proposito dei venenia di Venere non si possono dimenticare i Vinalia Priora, la festa del vino a lei sacra (parleremo in altra occasione dei dubbi, già presenti in antichità, sull’attribuzione dei Vinalia a Giove o a Venere).
E a proposito di Giove non si possono dimenticare le Idi, durante le quali viene venerato sia come Libertatis sia come Victor: il primo veniva venerato dai plebei sull’Aventino, mentre il secondo dai Patrizi sul Palatino, riproponendo anche alle Idi questo scontro tra Patrizi e Plebei. Scontro che come abbiamo visto si è proposto tra “donne per bene” e “prostitute”.
Nel mese di Aprile non vanno dimenticati i Parilia (o Palilia) che erano la festa legata alla fertilità degli animali d’allevamento, e di cui abbiamo già parlato qui. In questa occasione il mito pone la nascita di Roma (21 aprile), ed a conclusione non si può dimenticare la notizia riportata da Lido (de mens. 4,73) che quando Romolo fondò Roma <diede alla città tre nomi, uno segreto [o iniziatico, telestikos], uno sacrale [o liturgico o sacerdotale, hieratikos] e uno “politico”[…], quello sacrale è Flora>.
In questo quadro di contrasto si vede come pubblico e privato si mescolano (sono pochi i casi in cui questo avviene nella Roma antica), e di qui nasce un contrasto che caratterizza tutto il mese: patrizi contro plebei, e donne per bene contro prostitute. Aprile non è solo un mese di rinascita della Primavera, ed il mese di Venere, ma è un mese di attriti. Un attrito una tensione che diventa palpabile anche a livello naturale, e che i Romani cercano di riequilibrare ritualmente per ottenere il massimo potenziale di fertilità facendo intervenire su di esso Venere. Questa tensione prosegue fino alla pacificazione data dalla dea Flora, o dovremmo dire da Roma?
Segue l’elenco delle festività ed un breve accenno su ognuna di esse.
Le date sono inserite con il computo romano, per due ragioni:
1) permettere al lettore esperto di inserire nel feste nel sistema calendariale che reputa più appropriato (cosa impossibile con la nostra datazione ordinaria);
2) far prendere al lettore novizio dimestichezza con il sistema di computo inclusivo che conta i giorni mancanti dalla festa successiva;
Per la comprensione della datazione rimandiamo ai precedenti articoli: Kal-Non-Idus; Calendario Romano: Romuleo; Calendario Romano: Numa; “Calendario Romano: Cesare e successivi” ; Come si legge il calendario romano?
- Kal APR F Venere Verticordia, Fortuna Virile feste femminili con bagni
- pr. non C Ludi Megalenses (pr non – iv eid), festa di Magna Mater
- NON N Fortuna Publica
- ad VI eid N Castoris Pollucis
- ad III eid N t. Magna Mater, Fortuna Primigenia incerto se il ad iv o ad iii si estraggono le tavolette al tempio di Fortuna a Palestrina.
- pride eid N Ludi Ceriales (pr eid – xiii kal mai)
- EID NP Iovis Libertatis, Iovis Victor
- ad XVII kal mai FORDICIDIA sacrificio di una vacca gravida a Tellus
- ad XIII kal mai CEREALIA festa in onore di Cerere
- ad XI kal mai PARILIA, ROMA CONDITA fondazione di Roma e culto di Pales
- ad IX kal mai VINALIA PRIORA festa di Venere (o Giove) per il vino
- ad VII kal mai ROBIGALIA sacrifici a Robigus per stornare la ruggine del grano
- ad IV kal mai FLORALIA Ludi Florales festa di Flora
Per le qualità dei giorni (F,N,C,FP,EN,NP,Q.ST.D.F. e Q.R.C.F.) vedi qui.
Emanuele Viotti