Iunius, il mese di Giunone e delle giovani

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<Un tempo Roma, dal nome di mio padre fu detta Saturnia,
e per lui questa terra fu più vicina al cielo.
Se il talamo è in pregio, mi spetta il titolo di consorte del Tonante,
e il mio tempio è congiunto a quello di Giove Tarpeio.
Ma come! Una concubina poté dare il suo nome al mese di maggio,
e invece tale onore sarà negato a me?
Perché dunque mi si dice regina, e la prima delle dee?
Perché lo scettro d’oro fu assegnato alla mia mano destra?
Ma come! I giorni formeranno il mese, e da essi sarò detta Lucina, e non prenderò nome da nessun mese?
In tal caso mi pentirei di aver deposto lealmente l’ira
contro la stirpe di Elettra e la casa Dardania. […]
Ma no, non mi pento , né v’è alcun popolo a me più caro:
qui io sia venerata e occupi il tempio insieme con il mio Giove.
Marte stesso mi disse “ti affido queste mura;
tu sarai potente nella città di tuo nipote”.
La parola fu mantenuta: mi onorano cento altari;
e maggiore di ogni altro onore è per me quello del mese.>

(Ovidio, Fasti, VI,31-56)

 

Giugno è l’ultimo dei mesi che compare nei Fasti di Ovidio (la cui produzione venne interrotta a causa della cacciata dell’autore per opera di Ottaviano), ed è l’ultimo ad essere “nominale”, infatti tutti i successivi saranno numerali. In merito alla questione del nome dei mesi ne abbiamo parlato in quest altro articolo. Continua la lettura di Iunius, il mese di Giunone e delle giovani

Il paradigma di Veio e Furio Camillo

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EVOCATIO E TRIONFO.

La conquista di Veio, rappresenta per la storia di Roma, un evento cruciale; non solo sotto un punto di vista politico ed economico, ma soprattutto paradigmatico. Dalla pur sospetta durata decennale del conflitto, che pone interessanti parallelismi con la guerra di Troia, alle discordie intestine in Roma, il nucleo storiografico lascia evincere come, alla congruente pax deorum, fosse altresì necessario l’ottenimento della concordia civica.  Tutto il nucleo della trattazione liviana, partendo dal fatale conflitto con Veio, passando per il sacco gallico, culmina con le leges licinae-sextiae, e la dedica del tempio di Concordia ad opera di Camillo, padre o figlio; un ciclo narrativo serrato e dibattuto, che traghetta Roma dall’epopea, alla piena epoca storica[1].

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L’incostanza del Tempo presso i Romani

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Di tutti gli aspetti pratici di qualunque religione quello più importante di tutti è senza alcun dubbio il calendario. Dalle lontane steppe asiatiche, ai torridi deserti africani, ai gelidi boschi del nord, fino alle pianure e alle giungle delle Americhe, tutti i popoli del mondo hanno sempre cercato di qualificare in senso religioso il tempo. Questa misurazione temporale ha sempre avuto bisogno di una definizione qualitativa oltre che quantitativa e si è sempre manifestata sotto un profilo religioso e sacro. Continua la lettura di L’incostanza del Tempo presso i Romani