<Un tempo Roma, dal nome di mio padre fu detta Saturnia,
e per lui questa terra fu più vicina al cielo.
Se il talamo è in pregio, mi spetta il titolo di consorte del Tonante,
e il mio tempio è congiunto a quello di Giove Tarpeio.
Ma come! Una concubina poté dare il suo nome al mese di maggio,
e invece tale onore sarà negato a me?
Perché dunque mi si dice regina, e la prima delle dee?
Perché lo scettro d’oro fu assegnato alla mia mano destra?
Ma come! I giorni formeranno il mese, e da essi sarò detta Lucina, e non prenderò nome da nessun mese?
In tal caso mi pentirei di aver deposto lealmente l’ira
contro la stirpe di Elettra e la casa Dardania. […]
Ma no, non mi pento , né v’è alcun popolo a me più caro:
qui io sia venerata e occupi il tempio insieme con il mio Giove.
Marte stesso mi disse “ti affido queste mura;
tu sarai potente nella città di tuo nipote”.
La parola fu mantenuta: mi onorano cento altari;
e maggiore di ogni altro onore è per me quello del mese.>
(Ovidio, Fasti, VI,31-56)
Giugno è l’ultimo dei mesi che compare nei Fasti di Ovidio (la cui produzione venne interrotta a causa della cacciata dell’autore per opera di Ottaviano), ed è l’ultimo ad essere “nominale”, infatti tutti i successivi saranno numerali. In merito alla questione del nome dei mesi ne abbiamo parlato in quest altro articolo. Continua la lettura di Iunius, il mese di Giunone e delle giovani