<O bellicoso, lasciato per un poco lo scudo e la lancia assistimi,
O Marte, sciogli fuori dall’elmo la lucente chioma.
Forse tu chiedi cos’abbia a che fare un poeta con Marte?
Ma da te prende il nome il mese che ora si canta.
Tu vedi che feroci guerre si compiono per mano di Minerva;
ma forse ella non si dedica meno alle nobili arti?
Abbiamo visto il Calendario di Romolo, abbiamo visto quello di Numa, quello di Cesare ed infine abbiamo capito come si legge il calendario romano, ma tra tutte queste scelte e possibilità del passato, come facciamo a deciderne uno? E le altre realtà pagane romane oggi come fanno?
Cerchiamo quindi di fare una panoramica sulle realtà romane oggi, di modo da avere gli strumenti per prendere una nostra autonoma decisione.
Come abbiamo visto questi tre calendari avevano dei presupposti molto diversi, quello di Romolo era abbastanza arbitrario, e più o meno seguiva il moto lunare avendo il periodo d’inattività invernale totalmente privo di computo. Quindi era una soluzione molto pragmatica nel contesto sociale ed economico del tempo.
Il primo calendario esclusivamente solare che abbiamo venne introdotto nel 46aev ad opera da Giulio Cesare nel suo ruolo di Pontefice Massimo. Fu particolarmente rivoluzionario perché segna il definitivo abbandono della cultualità lunare a livello pubblico (come abbiamo visto infatti KAL-NON-IDVS erano legate alla fase lunare).
La realizzazione di questo calendario venne affidata all’astronomo greco Sosigene di Alessandria, presentato a Cesare da Cleopatra, divenne poi consigliere della Regina durante il suo regno (51-30 aev), è altrimenti noto per aver calcolato l’elongazione di Mercurio. (Plinio, Naturalis Historia) Continua la lettura di Calendari Romani IV: Cesare e successivi→
Questo visibile qui sopra è una parte dei Fasti Prenestini visibili al Museo Nazionale Romano, sono datati tra l’introduzione del Calendario Giuliano (di cui articolo il 7 febbraio 2016) ed il 22 ev, e rappresenta in modo frammentario i mesi da Gennaio ad Aprile, e Dicembre.
Il computo romano era profondamente diverso dal nostro, e di seguito cercheremo di capire in che modo leggerlo, seguiamo l’ordine di esposizione del calendario stesso:
Nundinale
La prima lettera che appare è il “ciclo nundinale”, cioè l’equivalente della nostra settimana, in una sequenza di 8 giorni.
Conclusosi il periodo bellico di Romolo, Numa si trovò nella condizione di dover rifondare la città, questa volta in termini di leggi e prescrizioni religiose (Livio Ad Urbe Condita I, 19). Tra le varie innovazioni suggeritegli dalla ninfa Egeria vi era la ristrutturazione del calendario.
Nella lunga storia della Roma antica non vi è sempre stato un unico calendario, l’evoluzione culturale e sociale dell’Urbe attraverso i secoli ha condotto ad un processo di cambiamenti in ambito calendariale tali per cui partendo da un approssimato calendario lunare, si è giunti ad un calendario solare estremamente simile al calendario Gregoriano in uso oggi da noi.
Nella complessa struttura del calendario Romano riconosciamo ancora in epoca tarda l’eredità di quello che era il calendario lunare in tre festività che si ripetono ogni mese: Kalendae (KAL), Nonae (NON) ed Idi (EID).
Prima di parlare di queste tre festività sarebbe appropriato fare un piccolo esame sull’evoluzione del Calendario romano (pubblicheremo in futuro un articolo a sé più approfondito). Continua la lettura di KAL – NON – EID→
Condividi:
il sito di divulgazione sulla Religione Romana numero uno in Italia!
error: Alert: Puoi scaricare i nostri articoli dallo shop! Se non ne trovi uno contattaci via mail ;-)