Archivi categoria: Culto Pubblico

Arbores Felices et Infelices

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Nei libri dei pontefici gli alberi erano divisi in due gruppi: arbores felices e arbores infelices.

 La felicitas è stata interpretata semplicemente come l’essere portatori di frutto (seguendo Plinio, vedi oltre), fecondi[Serv. Georg. I, 154], tuttavia, se consideriamo che felix poteva essere anche un condottiero vittorioso e che nontutti gli arbores felices sono piante che danno frutti, capiamo che questa accezione è limitativa. Continua la lettura di Arbores Felices et Infelices

Torte e dolci nella Tradizione Romana

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Nella tradizione romana esistevano numerose focacce e dolci usati come offerte rituali

, la cui preparazione aveva regole precise ed era affidata a specialisti, i fictores [Enn. Ann. 121 V apud Var. L. L. VII, 43; Orelli 934; 2281; 2458]. L’importanza dell’opera di questi specialisti era tale che, secondo le fonti, la loro corporazione fu istituita da Numa. Il termine generico con cui si indicavano tali preparazioni era libum, in origine questo nome designava un particolare tipo di torta, successivamente divenne una definizione generale, corrispettivo del verbo libare: offrire un sacrificio incruento. Per l’uso profano le torte erano preparate dai pistores, i panettieri, che prendevano quindi il nome di pistores duciarii [Mart. XIV, 222; Apul. Met. X, 13].

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Il Pensiero della Morte

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Nell’antichità il pensiero che la morte sia inesorabile e che attenda tutti era in realtà un’idea confortante. Sia nell’Iliade con Ettore che consola Andromaca, che nell’Alcesti con le parole di Ercole nella casa di Admeto

“A tutti i mortali è fatale la morte e nessuno dei mortali sa se vivrà pure il giorno di domani”

(V.v 782-784)

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Déi di 2000 anni fa?

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Recentemente ci è pervenuta una teoria secondo la quale gli Dei antichi (nello specifico della conversazioni quelli romani) non avendo più avuto per secoli templi e offerte si sarebbero ridotti a Larve, e pertanto oggi sarebbero impossibili da venerare o sarebbe comunque inutile farlo.

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